Storia
Esattamente non si sa ancora da chi e soprattutto quando è stato fondato il paese di Inzago e molte sono state le denominazioni attribuite al paese: Anticiacum, Antiziagum, Anticiaco, Antiziago, Aniciaco e finalmente per ultimo il nome attuale: Inzago.
Il primo documento storico in cui compare il nome di Inzago risale all’848, in un atto di compravendita immobiliare fatta dall’Abate Andrea del Monastero di Sant’Ambrogio in Milano. Oggetto della vendita è un quantitativo cospicuo di proprietà terriere in Gessate di Aniciaco.
Già prima di questa data, Inzago era dunque un villaggio agricolo attrezzato con case, edifici , aie, orti, uso dell’acqua, terreni per pascolo, vigneti, boscaglie.
Esistono altri documenti in cui compare il nome di Aniciaco, ma il più importante risale all’870 quando il Vescovo Garibaldo redige il suo storico testamento.
In esso Garibaldo, fondatore dello xenodochio (ricovero per pellegrini) lega l’Ospitale con rilevanti proprietà terriere, disponendo che con le rendite si mantenesse il maggior numero di ospiti e mendicanti.
Inzago giunse poi a far parte dei territori amministrativi dei Monaci di Sant’Ambrogio. Nel 1102 scoppiò una disputa tra costoro e i Canonici del monastero, per lo sfruttamento di alcuni terreni.
Nel 1110 Enrico V Imperatore del Sacro Romano Impero, riconobbe ai Monaci il diritto di foraggio nel territorio inzaghese.
Nel 1148 i frati costruirono la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta.
Nel 1238 l’Abate Ardengo Visconti, signore del feudo di Aniciaco, accordava al borgo un proprio statuto, la cui importanza consisteva nella garanzia e tutela per gli abitanti del luogo contro possibili abusi del feudatario e nell’accresciuto traffico commerciale e viabilistico.
Non si hanno più notizie significative concernente Inzago dal 1295 fino al 1576 anno della visita pastorale dell’Arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo che, nel corso della stessa, sollecitò più volte gli inzaghesi ad una maggior attenzione e cura per le loro chiese. Il completamento delle chiese ebbe inizio mentre era sopraggiunta la peste.
La peste colpì duramente il borgo di Inzago, dimezzando la popolazione che passò da 2000 a 1000 abitanti. La contrada maggiormente colpita del borgo di Inzago fu chiamata “Cantun pelà”, corrispondente alle attuali via Piola e Fumagalli.
La struttura urbana del borgo è di chiara impronta romana “a croce” le strade principali di accesso al borgo hanno infatti la direzione nord-sud “cardo”; est-ovest “decumano” che si incrociano nella “piazza” luogo di incontro civico. L’urbanizzazione del paese si è sviluppata attorno alle direttrici nord-sud “cardo” via Pilastrello -via Marchesi e ovest-est “decumano” via Padre Cipriano- Napoleone III (ora via Roma).
Nel medioevo il borgo era suddiviso in Contrade; le più significative lungo le direttrici del cardo e decumano sono: Contrada detta di Milano (via Cavour via Padre Cipriano), Contrada Postale Veneta (via Roma), Contrada detta del Pilastrello (via Pilastrello), Contrada detta del Ponte (via Marchesi) e due del centro storico contrada della Chiesa Nuova (piazza Quintino Di Vona), Contrada della Piazza Grande (piazza Maggiore).
L'evoluzione urbana e la toponomastica delle vie del borgo procede seguendo gli avvicendamenti storici dell'Italia.
Nell’800 sorgono numerose cascine e si ha un grande sviluppo agricolo del paese. Molte cascine sono ancora oggi esistenti ed abitate.
Col passare del tempo Inzago, paese rustico e popolato da agricoltori si arricchisce di belle ville e giardini, diventa una florida località di soggiorni estivi per nobili milanesi, al punto che nel 1857 Cesare Cantù scrisse “Inzago è in una positura amenissima, la piazza è una delle più grandi dei dintorni di Milano, fiancheggiata da case signorili, che orfà mezzo secolo risuonavano di canti di allegre brigate essendo uno dei più deliziosi soggiorni si villeggiatura con casino (piccola casa signorile n.d.r.), balli e convegno da tutto il contorno”.
Oltre ad essere un luogo di soggiorni estivi per le nobili famiglie milanesi, Inzago era divenuto un paese importante per l’industria della seta.
Arriviamo così alla fine del “800 e al “900. Con l’avvento della “rivoluzione industriale”, da piccolo borgo prevalentemente agricolo con gli abitanti impegnati prevalentemente nel lavoro dei campi, il borgo di Inzago si trasforma. Con il manifestarsi del fenomeno del pendolarismo industriale, Milano diventa punto di riferimento per il lavoro, e l’agricoltura perde la sua centralità.
Nascono nel paese importanti attività artigianali, tuttora fiorenti, commerciali e terziarie: siamo nell’era industriale.
Con la seconda guerra mondiale si sviluppò la resistenza anche ad Inzago: tra gli episodi di questo periodo va ricordato il sacrificio di Quintino di Vona, al quale é stata dedicata una lapide nella Piazza Maggiore ed intitolata la piazza in cui è ubicato il Municipio.
Nel III° millennio le caratteristiche del paese cambiano ancora con la “rivoluzione informatica”: si cominciano a manifestare i primi fenomeni legati all’era post-industriale.